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lunedì 17 gennaio 2011

Una corsetta?

Dunque, per capirci, qualche settimana fa durante la visita con la dottoressa che segue Elena da circa 6 anni, ci è stato consigliato di farle provare il tapis roulant per aiutarla nello schema del passo.

Noi molto diligenti abbiamo fatto la prova e devo dire che Elena cammina benissimo seguendo il ritmo che le viene dato dal passo del tappeto.

Abbiamo così deciso di acquistarlo per tenerlo a casa e dopo aver  trovato una favolosa occasione su internet, siamo passati all’opera.

Nel frattempo c’è stata la visita di controllo con il famoso medico che ci è stato “ quasi costretto” seguire  dalla neuropsichiatria infantile.

Nella visita precedente era stato deciso che Elena avrebbe seguito un ciclo di fisioterapia per tre mesi, per poi sospenderlo e controllare come andava senza terapia.

A fine dicembre i tre mesi sono scaduti, così ho avvisato la terapista che nel periodo di sospensione avremmo fatto fare a Elena il progetto sullo schema del passo consigliato dall’altra dottoressa.

Per tutta risposta ho avuto: “ Mah, a me non sembra che serva poi a molto, sicuramente farà fatica…”

Beh, non deve fare km di corsa, anzi la proposta era proprio fare circa 10-15 minuti al giorno al massimo ad una velocità minima, per dare modo al suo cervello di abituarsi a questo tipo di andatura.

Insomma non deve fare la corsa campestre, deve solo insegnare a se stessa il modo corretto per camminare, senza strisciare continuamente i piedi in punta rischiando sempre di inciampare!

Ma questo non l’ho detto alla terapista, anzi l’ho detto, ma in termini diversi, più accettabili…

Sinceramente sono un pò stufa di sentirmi sempre sbattere la porta in faccia, ogni volta che propongo qualcosa di nuovo, e che , soprattutto, viene per primo da una dottoressa che lei “non sopporta”.

A me delle loro problematiche, non  frega niente, ho deciso che faccio di testa mia. Alla fine io vedo mia figlia 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, non 45 minuti una volta alla settimana per tre mesi all’anno!!!!

Credo di aver sempre cercato di proporle cose che non fossero troppo faticose, o troppo difficili e nel momento in cui mi rendo conto che lei è stanca, sono la prima a farla smettere.

Dato il suo caratterino sarebbe controproducente obbligarla a fare cose che non vuole!

Comunque ,durante la sopracitata visita non ho fatto parola della cosa, perchè non avevo voglia di discutere … Però ho chiesto alcune delucidazioni sul fatto che Elena adesso desidera aiutarmi in cucina, ma non riesce a fare tutto quello che vuole perché la sua mano sinistra non tiene le cose come vorrebbe e le cadono. Ad esempio voleva aiutarmi a pelare le patate con il pelapatate, ma dopo un minuto che la teneva ha dovuto appoggiarla sul tavolo perchè la mano non era più in grado di stare girata e le scivolava. Lei era mortificata per il fatto che non riusciva a fare come me, ma alla fine ha continuato a pelare la patata fino a completare il suo lavoro.

Che dire, dove si trova una volontà di ferro così?

Per tutta risposta mi sono sentita dire che il suo schema è quello e difficilmente lo  potrà modificare, che comunque il suo cervello risponde così e tutte le sue azioni sono controllate da un centro che diversamente non riesce a fare.

Quando ero a scuola ci insegnavano che le cellule del cervello una volta morte non si rifanno più, ma la medicina di oggi ha fatto passi da gigante. Secondo questa teoria mia figlia non avrebbe mai potuto imparare a sciare o ad andare in bicicletta come gli altri, perchè il suo cervello non aveva imparato come fare. Eppure lei lo fa…

gen2010 

Ha provato a sciare, va in bicicletta (ancora con le rotelline per l’equilibrio un pò instabile), sale sul monopattino, e tutte queste cose le ha imparate vedendo i suoi amici, stando con gli altri. Non accetto che un medico non voglia dare la possibilità di migliorare ad una bambina che ha mille possibilità di riuscire. Lo so anche io che la sua lesione è stata lieve, e proprio per questo lei si rende conto delle sue difficoltà, ma loro non le danno modo di fare ciò che vorrebbe!

Bene, per questo vorrei dire a loro di venire a farsi una corsetta con lei, solo per rendersi conto della fatica che fa e della sua capacità di andare avanti comunque.

Ogni tanto provare a vedere cosa c’è dietro ad una patologia, farebbe capire ai medici che ci sono delle persone con tanti desideri e con tante capacità che nemmeno si immaginano!

2 commenti:

Donatella ha detto...

Cara Tullia, questo post mi ha emozionata...ti conosco e conosco Elena e mi rendo conto di quante e quali possono essere le difficoltà ma quando due donne forti lavorano insieme possono abbatterle tutte...siete grandi:)
vi abbraccio!

Claudia ha detto...

Ciao Tullia ; io non ho il piacere di conoscerti di persona ma oggi , leggendo il tuo blog quasi per caso , ho scoperto ancora una volta come può essere grande l'amore di una mamma . Io ho due figli ormai grandi ma ogni volta che penso a come sia difficile la vita oggi , il lavoro che non va avanti , le prospettive scarse per i nostri bambini , le poche soddisfazioni ... mi fermo un attimo a rinraziare Dio per avermi dato la cosa più importante ma che diamo sempre per scontata : 2 figli sani e felici.
Ti auguro tutto il bene e la pazienza del mondo , e ti mando un caldo abbraccio
Claudia